Sicurezza in RM

Sicurezza in Risonanza Magnetica

Gli “ingredienti” necessari al funzionamento della risonanza magnetica possono configurarsi anche come fattori di rischio per i soggetti esposti. L’esposizione dei lavoratori è normata dal D.Lgs. 81/2008 mentre l’esposizione dei soggetti che si sottopongono alle indagini RM ricade sotto le competenze mediche.

Fattore di rischio Possibile effetto
Campo magnetico
  • effetto proiettile su oggetti metallici
  • induzione di correnti elettriche muovendosi nel campo
Criogeno He liquido asfissia
Gradienti di campo stimolazione nervosa periferica
Radio frequenza riscaldamento dei tessuti

 Criogeno

Nelle apparecchiature con magnete a superconduttore viene impiegato un fluido a bassa temperatura per produrre il fenomeno della superconduttività. Si usa normalmente elio (He) liquido alla temperatura di -269 °C (circa 4°K).

Potenziali fughe di criogeno possono provocare l’impoverimento della concentrazione ambientale di ossigeno. Come dispositivo di allerta può essere usato un rilevatore di ossigeno.

NIR

Campo magnetico statico

Le linee guida ICNIRP sui campi statici (2009) raccomandano di limitare l’esposizione occupazionale di testa e tronco a 2 T. Sono inoltre consentite esposizioni fino a 8 T per applicazioni in ambiente controllato e quando siano implementate opportune procedure di lavoro atte a controllare gli effetti indotti dal movimento. Un tomografo da 1.5 T rispetta quindi la raccomandazione.

Induzione di campi elettrici e circolazione di correnti indotte

Nel corpo di un operatore che si muove nel campo magnetico statico si genera un campo elettrico che può produrre correnti elettriche. L’effetto si produce nelle operazioni di sistemazione del paziente prima dell’esame RM, nell’assistenza all’uscita dal gantry e nei pochi casi in cui l’attività di un operatore sia necessaria in sala magnete durante la conduzione dell’esame. Il campo indotto (con spettro 0÷7 Hz) potrebbe diventare significativo (alcune decine di mV/m) per movimenti rapidi dell’operatore (oltre 1 m/s) e distanze inferiori a 50 cm dall’imboccatura del gantry di un magnete con B0 =1.5 T.

Anche l’attivazione dei gradienti di campo (campi magnetici variabili) può produrre induzione di campi elettrici (con frequenza attorno a 1 kHz) nel corpo dell’operatore. E’ un fenomeno che avviene anche in assenza di movimento ma solo durante l’esecuzione dello studio RM, nei pochi casi in cui la presenza dell’operatore è necessaria in sala RM durante la conduzione dell’esame o negli impianti di RM interventistica.

Campi elettromagnetici ad alta frequenza

La letteratura indica che i limiti di SAR (Specific Absorption Rate) previsti nel D.Lgs. 81/2008 non sono superati per nessuno studio RM inclusa la necessità di piegarsi all’interno del gantry per procedure interventistiche ammesso che tale esposizione non duri più di alcuni minuti.

Conclusioni sulle NIR

Un sito RM con campo da 1.5 T non presenta, per i lavoratori, significativi rischi da induzione di campi elettromagnetici sia per il movimento nel campo statico che per l’esposizione ai gradienti.

La possibile induzione di fosfeni alla retina, pur non essendo considerata un fenomeno avverso, potrebbe risultare disturbante per l’operatore in alcune circostanze occupazionali. Per limitarne l’insorgenza si suggerisce di evitare bruschi movimenti nel campo magnetico soprattutto per distanze inferiori a 50 cm dall’imboccatura del gantry. Tale distanza di sicurezza vale anche nei casi di presenza di operatore in sala magnete o in RM interventistica.

Oggetti in sala RM

Gli oggetti che possono essere introdotti in sala RM sono classificabili – secondo la Food and Drug Adminidìstration (FDA) – in tre categorie.

MR conditional (a compatibilità condizionata)

Dispositivi sicuri rispettando determinate condizioni (dispositivi compatibili) i dispositivi per i quali è stato dimostrato che non costituiscono alcun rischio limitatamente ad uno specifico ambiente RM (intensità di campo, gradienti, energia RF, ecc) e con condizioni d’uso specificate (dispositivo dentro/fuori dal FOV, settaggio del dispositivo, ecc).

Riferimenti

  • CEI EN 60601-2-33. Prescrizioni particolari di sicurezza relative agli apparecchi a risonanza magnetica per diagnostica medica (2004)

Esposizione occupazionale

Sicurezza del paziente

Normativa vigente

I DM 2/8/1991 e 3/8/1993, ancora in vigore, riportano limiti di esposizione più restrittivi ed obsoleti rispetto alle più recenti raccomandazioni internazionali: la loro stretta applicazione potrebbe impedire di effettuare indagini utili ai pazienti, esami che vengono eseguiti di routine in tutto il resto del mondo.